20100202

#71

Scoprire che ero un bassista (e non, per dire, il chitarrista che avevo sempe sognato d'essere) fu uno shock terribile. Eppure successe un po' alla volta, non fu una di quelle intuizioni folgoranti che colgono le persone mentre mangiano un acino d'uva o guardano qualcuno parcheggiare un'auto. Quando però ne fui assolutamente convinto (una mattina, mentre andavo come ogni giorno a lavoro) mi parve come di averlo saputo da tutta la vita. Ora finalmente tutto quadrava: mi erano sempre piaciuti il suo suono e le frequenze delle sue vibrazioni, di ogni pezzo seguivo ogni volta la linea dell'accompagnamento più che quella della melodia, e perfino quando canticchiavo erano le note del basso quelle che intonavo.
Immaginai che dovesse essere un po' come scoprire di essere gay, e il fatto che il basso fosse, come noto a tutti, l'unico strumento di una band comunemente suonato anche dalle donne, non fece che acuire il senso di pericolo nascosto in quella rivelazione.

4 comments:

peppino.leonida said...

Caro,
questo blog e' uno dei miei libri preferiti. Di sempre.

L.

cornelius said...

tu del resto sei sempre stato uno dei miei lettori preferiti. un motivo in più, e da solo già basterebbe, per continuare a scriverlo.

Anonymous said...

ma davvero hai scoperto di essere bassista o è fiction?

cornelius said...

tutta fiction, ma basata su una storia vera.