20080604

#16

Lo scopo è di quelli che dovrebbero suscitare comprensione e solidarietà, ma il metodo con cui cercano di raggiungerlo mi costringe alla linea dura del 'niente pietà per i genitori disperati che cercano di far addormentare i bisbetici figli coinvolgendo tutto il vicinato'.
Lei li porta sul balcone e gli canta il leone si è addormentato in versione muta, ed è inquietante l'intonazione perfetta e la ritmica precisa con cui la esegue, in lei non c'è nulla della madre che fa quel che può con i mezzi che ha: anche nel momento più intimo e quotidiano esprime il perfezionismo che si ripercuoterà sull'educazione dei figli.
Lui invece fischietta la-prima-e-solo-la-prima-strofa di summertime, tre note seguite da altre sette note, con l'ostinazione e l'ottusità dello scolaro che prova al flauto il suo pezzo per il saggio di fine anno.
In entrambi i casi il rischio della mia pazzia ribolle nella ripetizione ossessiva (che in alcuni paesi è ancora usata come tortura), nel loop tanto più interminabile quanto più è chiaro che proprio nella paranoica reiterazione risiede il suo stesso fallimento. Lasciare i bambini a se stessi sarebbe un crimine contro l'umanità, ma, diosanto, le vie di mezzo sono infinite.

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